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ORMEASCO DI PORNASSIO DOC
Secondo alcune fonti, l'Ormeasco sarebbe stato importato dai saraceni, insediatisi a Nava. Notizie certe sulla sua coltivazione si trovano nella storia dei Marchesi di Clavesana, Signori di Pornassio. Risale infatti al 1303 un editto del Podestà di Pornassio (Marchese Clavesana), con il quale viene imposta la coltivazione di questo vitigno su tutto il territorio governato, in quanto il vino prodotto era già allora altamente apprezzato. Da allora la coltivazione dell'Ormeasco nelle zone interne della provincia si è affermata definitivamente.
"Risaliamo la Valle Arroscia fino alla conca terminale di Pornassio . Paesaggio decisamente alpestre. Ripidi versanti tutto intorno, boschivi o prativi, con creste che sfiorano e in molti punti superano i duemila. Ma la conca centrale, col suo altissimo campanile romanico, è forse il più spettacoloso e originale paesaggio viticolo che abbia mai visto in vita mia. Immaginate un vastissimo arazzo colorato, spesso e folto, arricciato e frastagliato, tutto sulle tinte fondamentali di un rosso acceso e violentissimo, con infinite sfumature che vanno dal marrone al violetto, dal cremisi allo scarlatto, dal fragola al rosa e al giallo, con spruzzi di verde.
Un arazzo costruito dalla fatica dell'uomo secondo disegni visibilissimi, organici, funzionali: circoli, volute, serpentine parallele, che hanno lo scopo di sfruttare al massimo le concavità e le convessità, gli avvallamenti e i pronunciamenti del terreno, in rapporto all'arco che percorre il sole dall'alba al tramonto. L'amore degli uomini per la vigna, in tutto il mondo, non può fare di più".
Questo scriveva Mario Soldati nel 1975 ("Vino al vino") e questo si può ammirare ancora oggi visitando l'area territoriale dell'Alta Valle Arroscia che circonda Pornassio.
Qui è nata la nuova DOC: "Ormeasco di Pornassio", un vino rosso rubino, molto strutturato e di corpo che ben si accompagna a piatti di selvaggina e a grandi arrosti di carne rossa.
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